L’abisso de Gli ultimi giorni di Marco Pantani

C’è un’immagine precisa che balena ogni volta che penso alla storia di Marco Pantani e in modo particolare al suo epilogo: è come galleggiare proprio al di sopra di un abisso oceanico e guardare giù con una maschera da sub, nelle sue terrificanti profondità, cercando di scorgere il fondale attraverso chilometri di acqua scura. Era da quindici anni che volevo leggere Gli ultimi giorni di Marco Pantani di Philippe Brunel e finalmente ci sono riuscito, ritrovandomi a bordo di un batiscafo che trasporta dritti verso i vertiginosi baratri dell’animo umano.

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Recensione La suora giovane di Giovanni Arpino: un piccolo capolavoro

Bisognerebbe avere la fortuna di immergersi più spesso in letture come la La suora giovane di Giovanni Arpino (apparso con Einaudi nel 1959) perché per tre/quattro ore ci si può addentrare in una storia bilanciata, che narra uno specifico periodo storico in un’ambientazione precisa ovvero la Torino invernale e grigia a inizio boom economico post-bellico, accompagnati da una prosa raffinata ed elegante senza essere stucchevole. Arpino insegna anche come gestire un finale aperto nel migliore dei modi.

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Il coraggio di creare un vero personaggio – Stoner di John Edward Williams

Il grande problema di molti autori è quello di avere paura di creare un personaggio vero e autentico, che non sia sempre per forza affascinante e puro, ma che sia anche in grado di compiere azioni deplorevoli e che risulti persino detestabile. Al contrario, è ormai prassi confezionare un protagonista che sia di bell’aspetto, acculturato, carico di charme e con una parte di oscurità ben protetta da scuse varie (infanzia disagiata, traumi devastanti, ecc…). Qualcosa che mette una noia terrificante solo a immaginarlo, ma per fortuna ci sono esempi in letteratura che mostrano come si possa apprezzare molto un romanzo con un protagonista che innervosisce dalla prima all’ultima pagina, che si vuole quasi scuotere e strattonare, che annoia anche: mi sto riferendo a Stoner di John Edward Williams.

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Recensione L’Ultimo treno della Patagonia di Paul Theroux

Fatico a comprendere il disappunto espresso da svariati lettori che si sono approcciati a The Old Patagonian Express di Paul Theroux, uscito in Italia con il titolo L’ultimo treno della Patagonia, subendo sin dalle prima pagine la voce del tutto particolare dell’autore, l’io narrante. Non è infatti detto che la narrativa di viaggio, di un viaggio avvenuto per davvero, richieda necessariamente uno sviluppo votato alla continua espressione di meraviglia e di incredulità, magari ricamando in modo stucchevole la prosa. Quella è infatti materia di chi vuole ostentare le proprie esperienze e/o le vuole trascendere dalla realtà.

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Recensione Scavare fino al centro della terra di Kevin Wilson

Negli ultimi dieci anni ho letto soltanto due raccolte di racconti, la seconda è Scavare fino al centro della terra di Kevin Wilson, traduzione a opera di Silvia Castoldi di Tunneling to the Center of the Earth: Stories (Ecco/HarperCollins) del 2009 pubblicata da Fazi Editore cinque anni più tardi. L’autore è noto soprattutto per il successivo romanzo La famiglia Fang (The Family Fang) del 2011, che però non ho letto. I racconti inseriti nella collezione sono undici e variano in lunghezza da 10 a 45 pagine per un totale di 235 pagine al netto dei ringraziamenti.

C’è da rimanere piacevolmente sorpresi dall’intensa e al contempo delicata attrazione gravitazionale che esercita questa piccola perla di narrativa contemporanea. Seppur tutte (molto) differenti tra loro e con sentimenti di fondo variegati, le storie vibrano sulle stesse frequenze: non mi capita spesso di entrare in così intensa e rapida sintonia con uno stile di scrittura così vivo e ritmato e con un’atmosfera che dondola in armonia tra l’assai realistico e guizzi di brillante e inaspettata fantasia.

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