Recensione Scavare fino al centro della terra di Kevin Wilson

Negli ultimi dieci anni ho letto soltanto due raccolte di racconti, la seconda è Scavare fino al centro della terra di Kevin Wilson, traduzione a opera di Silvia Castoldi di Tunneling to the Center of the Earth: Stories (Ecco/HarperCollins) del 2009 pubblicata da Fazi Editore cinque anni più tardi. L’autore è noto soprattutto per il successivo romanzo La famiglia Fang (The Family Fang) del 2011, che però non ho letto. I racconti inseriti nella collezione sono undici e variano in lunghezza da 10 a 45 pagine per un totale di 235 pagine al netto dei ringraziamenti.

C’è da rimanere piacevolmente sorpresi dall’intensa e al contempo delicata attrazione gravitazionale che esercita questa piccola perla di narrativa contemporanea. Seppur tutte (molto) differenti tra loro e con sentimenti di fondo variegati, le storie vibrano sulle stesse frequenze: non mi capita spesso di entrare in così intensa e rapida sintonia con uno stile di scrittura così vivo e ritmato e con un’atmosfera che dondola in armonia tra l’assai realistico e guizzi di brillante e inaspettata fantasia.

Cercasi nonne, anche senza esperienza

Basta leggere i titoli di alcuni dei racconti per essere subito afferrati dal gorgo dell’inventiva di Wilson:

  • Nonna in affitto
  • Esplodere all’improvviso
  • Il manuale della sorella morta: una guida per ragazzi sensibili
  • Uccelli in casa
  • Mortal kombat
  • Scavare fino al centro della terra
  • L’uomo che si sparava in faccia
  • La direttrice del coro (I denti del bambino)
  • Vai, combatti, vinci
  • Il museo delle cianfrusaglie
  • La peggiore delle ipotesi

L’iniziale Nonna in affitto è narrato dal punto di vista di Helen, una vera professionista dell’esclusivo servizio richiesto da genitori che vogliono sostituire oppure inventare legami per i propri piccoli, anche se questo singolare lavoro inizia a farsi complicato. Nel seguente Esplodere all’improvviso, la protagonista lavora nella fabbrica Hasbro, ogni giorno impegnata a dividere un oceano di caselle con lettere del gioco Scarabeo, ma soprattutto a fare i conti con due genitori morti per autocombustione e un fratello aspirante suicida pronto a esplodere in ogni momento.

Comincio a guardare il mare alfabetico che mi arriva alle ginocchia in cerca delle Q

Nel racconto che dà il nome alla raccolta, un gruppo di amici neolaureati decide bene di iniziare a scavare una buca e non si ferma più, oltrepassando confini verticali e ritrovando cose perdute. La direttrice del coro (I denti del bambino) mi ha messo un’inquietudine agrodolce addosso che per fortuna si è dissolta in Vai, combatti, vinci, dove si narra dell’insolita amicizia tra una cheerleader solitaria e un dodicenne disadattato e infine la raccolta si chiude col pessimismo dolciastro e il professionale calcolo delle catastrofi de La peggiore delle ipotesi.

Terminati gli undici racconti, che si possono affrontare senza problemi anche in ordine sparso, persiste sul fondo un ronzio a bassa frequenza: tutti i personaggi creati da Wilson, anche quelli più strampalati, si trovano davanti a un’assenza, qualcosa o qualcuno che non c’è più. Può sembrare che siano alla deriva in mondi e in quotidianità troppo strani, ma in realtà sono tutti impegnati nella più concreta delle missioni: trovare un modo per far fronte alle perdite. Ed è questo che rimane, questa sensazione di tepore.

Voto: 9/10

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