La vita intima di Niccolò Ammaniti va amaramente ad aggiungersi al filotto di romanzi tanto deludenti quanto scritti molto bene, quasi un leitmotiv di molte uscite recenti, perlomeno di autori best-seller. In un certo senso il libro riflette in modo simmetrico la protagonista Maria Cristina, che in tutta onestà ha ben poco da offrire oltre al proprio aspetto fisico da “più bella del mondo”. Anche se, a guardare bene, quel riconoscimento così stucchevole è di troppi anni prima e nel frattempo anche quel fumo che nasconde un arrosto non entusiasmante si è un po’ guastato.
Trama di La vita intima in una frase – La bellissima e tristissima moglie del primo ministro italiano, Maria Cristina Palma, incontra una sua ex-fiamma di gioventù e deve fare i conti con un video osé girato in vacanza quando erano poco più che ragazzini: che sia un ricatto? Oppure no?
La passione di Ammaniti per la figura del Premier italiano ritorna dopo Il miracolo del 2018, ma questa volta il protagonista è la Première Femme: Maria Cristina è un’ex-modella, già ex-atleta di salto con l’asta, definita da uno di quegli studi universitari fatti apposta per essere citati in radio anche “Donna più bella al mondo” e domina anche le ricerche del portale di piedi Wikifeet. È 42enne, ma per tutto il romanzo l’ho percepita come almeno 10 anni più vecchia: sui piatti della bilancia della fortuna&sfortuna della vita di Maria Cristina ci sono da un lato il bell’aspetto e una posizione sociale privilegiata e dall’altro un padre che scompare presto dalla scena e soprattutto una serie devastante di lutti che si sono portati via in sequenza la madre dunque il fratello e il primo marito, quest’ultimo in un terribile incidente stradale che l’ha vista miracolosamente sopravvissuta seppur segnata nel corpo.
Verrebbe da pensare: le difficoltà della vita hanno certo forgiato il carattere di Maria Cristina rendendola una persona in grado di sapersi proteggersi, certo malinconica ma consapevole delle tortuosità della vita. E invece no, perché Ammaniti disegna un personaggio piatto, annoiato e annoiante, che si lascia usare e abusare in continuazione. MC si lascia andare a atteggiamenti che non mi hanno convinto, anzi mi hanno molto innervosito, ma mai quanto il finale che sfocia nel ridicolo.
Voto: 4/10
Dopo la copertina ancora una serie di considerazioni zeppe di spoiler che è meglio leggere solo se si è terminato il libro o se si decide (a ragione) di non leggerlo.
Un finale irritante – parte spoiler
Ammetto di aver imprecato sonoramente due volte, alla fine del romanzo.
La prima in occasione del brevissimo capitolo/chat tra MC e Nicola Sarti (combinazione di nome e cognome che viene scritto per intero la bellezza di 167 volte, mi informa l’ereader) con la conferma che un eventuale secondo video hot non sia stato mai girato, ma che “mento puntuto” le ha combinato uno scherzone. Che simpatico. E MC come risponde? Naturalmente con una serie di faccine che ridono a crepapelle. Al ché, il moccolo è partito e anche la tentazione di lanciare il povero Kobo.
La seconda ingiuria è scattata a fine lettura, più precisamente quando Ammaniti lascia intendere che MC abbia finalmente visitato il cimitero del fratello di fronte al mare con la figlia e con nicolasarti, anzi solo Nicola. E vissero tutti felici e contenti. D’altra parte, quanto è bello mettersi con chi ti ha umiliata così. In generale, ho faticato ad accettare come realistico il comportamento di Maria Cristina, mi ha completamente distaccato dalla lettura e dall’immersione nella sequenza degli eventi.
Infine, per non farsi mancare niente, c’é la figura cliché dell’amico d’infanzia brutto, poco brillante e problematico che é l’unico che la ama davvero e che é sempre al suo fianco, ma che naturalmente viene a sua volta usato e, solo raramente, compatito dalla più bella del mondo.
NAUFRAGAR 