Ho trovato molto interessante l’articolo pubblicato su Wired a proposito dell’annosa questione sulla necessità di non taggare gli scrittori nei rilanci social delle recensioni negative: vengono riportate le testimonianze di alcuni autori che esplicitano il loro malessere a leggere commenti poco piacevoli sui propri lavori, chiamando in causa conseguenze a livello di creatività sui lavori in corso. Non sono affatto d’accordo, al contrario credo fermamente che gli scrittori debbano leggere le recensioni negative con grande attenzione e senza offendersi o provare malessere quasi fisico per una critica alla propria creatura.
E lo dico da recensore così come soprattutto da autore, riferendomi – sia ben chiaro – alle recensioni vere e proprie e non alle prese in giro né agli attacchi personali che se tali devono essere anche perseguite. Le opinioni negative sono preziose e devono essere accettate perché possono evidenziare ciò che poco funziona, parti poco brillanti, passaggi non così necessari, incongruenze e così via: qualcosa di più che utile per il futuro, per avere un termometro del gradimento del pubblico e per calibrarsi meglio. Ci sono tanti autori che vorrebbero essere solo lodati e riveriti e spesso tutto questo avviene grazie alla schiera di fan innamorati che perdonerebbero di tutto. Al contempo, ci sono recensori – giornalisti o blogger – che si limitano a pubblicare soltanto recensioni positive, non tanto per turbare la creatività dello scrittore, quanto per continuare a ricevere libri gratis e/o per accattivarsi le simpatie delle case editrici a proprio vantaggio (spesso, solo per vanità).
Da scrittore, ho sempre prestato la massima attenzione alle recensioni negative come occasione di crescita e di confronto sincero. Per questo motivo, da lettore, ho taggato gli autori sui social rilanciando recensioni negative. Se si decide di dare alle stampe un proprio lavoro allora si deve accettare che questo possa non essere apprezzato, altrimenti l’alternativa è scrivere per se stessi e per i propri amici/famigliari che di sicuro non risparmieranno lodi su lodi. Qualcuno sentenzia “L’autore X scrive malissimo!”? Bene, se il commento finisce lì è inutile farsi adombrare, ma se è condito da una spiegazione del perché ci si può concentrare su quello. Rimane pacifico che se si legge una recensione con insulti, attacchi personali, prese in giro o addirittura minacce ci sono mezzi per difendere i propri diritti e la propria reputazione online.
Ai lettori di una recensione negativa: anche se il recensore stronca un romanzo ciò non significa che lo si debba depennare dalla lista, anzi al contrario potrebbe essere un buono spunto per scoprire se sia davvero così. Di più: molte volte ho letto una recensione negativa scoprendo interesse nel romanzo criticato, che può corrispondere ai miei gusti e non a quelli del recensore. Insomma, nelle recensioni così come in tutto il resto, è il caso di calmarsi un po’ tutti e smetterla di prendere tutto sul personale. Peace and love.