Uno degli errori più comuni quando ci si approccia a scrivere un libro è quello di complicarsi la vita con una storia contorta e inutilmente complessa. Bisogna infatti sempre ricordarsi di un concetto chiave: il lettore deve capire. Deve capire cosa sta succedendo, chi stia parlando, non deve confondersi con i nomi dei personaggi e dei luoghi. Deve immergersi nell’intreccio attivando quel meraviglioso gioco che è la lettura, ovvero un’allucinazione causata da segni grafici di inchiostro stampati su parti trattate di quello che un tempo era un albero.
Soprattutto, i romanzi più efficaci di qualsiasi genere partono da un’idea che si può riassumere in appena una riga, massimo un paragrafo. Non è necessario creare n storie parallele e perpendicolari con triplo senso e un finale che ribalta tutto quanto a meno che non si sia sicuri al 100% che tutto si incastri alla perfezione e che possa essere assorbito dal lettore appieno. Ci sono almeno quattro basi che fanno da fondamenta solidissime per la creazione di un lavoro semplice (che non vuol dire banale, sia chiaro), ovvero:
- personaggi tridimensionali, con personalità ben definite, un loro linguaggio e fragilità concrete. Non devono essere troppi o, se lo sono, devono risultare ben distinguibili nel modo in cui parlano, nell’indole e nel percorso. Non devono essere macchiette.
- tutto ciò che accade deve avere un senso, non può essere lì “perché mi piace” e deve risultare funzionale alla storia. Tutto ciò che non è necessario crea una debolezza nella trama che allontana il lettore e lo stacca dalla lettura.
- in ogni momento della scrittura si dovrebbe avere un’idea precisa di dove si sta andando a parare, andare a braccio è la via più rapida al naufragio. Ribadisco di non essere un grande fan di chi scrive senza un tracciato preciso, perché il processo creativo dovrebbe avvenire prima.
- non avere paura di esplorare i lati oscuri, di risultare sgradevoli o spiacevoli se è necessario alla storia.
Se manca uno di questi quattro elemento, soprattutto i primi tre, allora è il caso di domandarsi se non sia necessario un po’ di lavoro preliminare in più.